Da dove arrivano le storie

Questa è l’ossessione di chi “vorrebbe scrivere un libro” anche se non ha nessuna idea su ciò che vorrebbe scrivere, proprio come se fosse un obbligo cui è impossibile sottrarsi.
“Dove trovo la storia perfetta?”,  “Di cosa posso scrivere?”,  “Da dove arrivano le storie per i romanzi?”, sono alcune delle domande che trovo spesso in rete e anche nelle ricerche che portano a questo mio misero blog.
Ora vi racconto una storia, una sola. Ne ho tante ma le tengo per me.
Allora:

Sabato pomeriggio eravamo in giro per una commissione, il clima era bello, non come stamani che pare di nuovo novembre. C’era un bel sole ma non era soffocante, e c’era l’aria leggera come accade di rado in questa zona.
Quindi decidiamo di fermarci in un bar e prendere un aperitivo tanto per ricordarci che dobbiamo godere del momento. Continua a leggere “Da dove arrivano le storie”

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Quattro personaggi cercano una storia

Quesito molto interessante:
bastano quattro personaggi per formare una storia?

Non crediate che una simile domanda sia balenata nella mia testa da sola. No, la questione nasce dopo la lettura di un post su facebook e specificatamente nel solito gruppo degli ‘scrittori e scrittrici emergenti’. Ecco il post:

Supponiamo che io abbia solo personaggi in testa, ma nessuna storia.
Ho un’ostetrica, una cameriera, un ragazzino, un neonato. Come li metto insieme?

A me ha fatto ridere. Sarebbe molto bello che la visione di quattro personaggi ‘scompagnati’ potesse generare un romanzo.
Non credo sia così che si procede. Oltre al fatto che non devono essere gli altri a suggerirti le storie che scriverai. Se non hai storie, non scrivere. Continua a leggere “Quattro personaggi cercano una storia”

Dove ambientare il romanzo

Devo dire che non ho mai dato soverchia importanza ai luoghi dei romanzi che leggo. Se l’autore è russo, facilmente sarà ambientato in Russia e se l’autore è Stephen King è giusto immaginare che sia ambientato nel Maine. Ma se l’autore vuole ambientarlo ad Agrigento, purché il contorno del panorama, modi di fare e usanze sia congruo, a me non interessa. Se la storia è intrigante ed è scritta come si conviene, non mi interessa in che città vivono e si muovono i personaggi.
Per qualcuno suppongo sia fico leggere una storia ambientata a New York o a Bangkok, e un autore potrebbe farsi tentare per catturare un potenziale di lettori più vasto.
Ma se poi lui/lei non sanno nulla di quella città e scrivono castronerie che uno avvezzo a quel luogo sentirà come un affronto personale? Perché invischiarsi in simili casini?
Io ho sempre pensato che se ambientassi a Bologna potrei dare quel pizzico di autenticità che farebbe sembrare la storia coerente e ‘vera’. Sbaglio?
Continua a leggere “Dove ambientare il romanzo”

L’autoediting è possibile?

La domanda è suscitata dalla lettura di un post in un gruppo di scrittura. Forse dovrei dire ‘gruppo di scrittori o che si definiscono tali’.
C’è sempre quel gruppo di scrittori emergenti su facebook, dove si instaurano discussioni animate su come si scrive, su come si pubblica, su come è meglio procedere per avere un testo idoneo, ecc.
Di solito funziona così: uno fa una richiesta o pone una domanda e gli altri lo stroncano o si stroncano tra loro nei commenti.
Ieri c’era la domanda/sondaggio su un ipotetico interesse per un testo che spiegasse come funziona il self-publishing per chi intenda pubblicare su una piattaforma tipo Amazon; l’autrice della domanda ha inserito anche la parola “autoediting” e su quella si sono scaldati gli animi. Continua a leggere “L’autoediting è possibile?”

“Come scrivere un libro in tre giorni”: la boutade del secolo

In questo finire di agosto, il primo agosto da anni che ho sopportato, e di questo volevo scrivere oggi, mi arriva la mail che mi consiglia alcuni ebook sulla scrittura; la apro prima di cestinarla ma, un momento, cosa leggono i miei occhi svegli? “Come scrivere un libro in tre giorni” è tra i consigli. Non me lo faccio scappare e mi precipito a leggere sinossi e altre informazioni.

Hai mai pensato di scrivere un libro nel minor tempo possibile? Sì? Allora questo libro è perfetto per te. Come puoi facilmente vedere, è molto breve, come un vero manuale dovrebbe essere, ma contiene tutto ciò di cui hai bisogno per scrivere il tuo libro in tre giorni. Se vuoi che questo metodo funzioni, devi semplicemente seguire le istruzioni. Non essere pigro e, ultimo ma non meno importante, credi in ciò che stai facendo. Non c’è risultato senza un minimo di fede.

Il discorso pare filare: quasi banale ma quasi vero.
Leggo le recensioni e, come chiunque abbia mai provato a scrivere qualcosa di decente poteva intuire, sono stroncature nette. In una recensione si nomina l’estratto e allora decido di leggere pure quello: alla curiosità non c’è limite. Continua a leggere ““Come scrivere un libro in tre giorni”: la boutade del secolo”

Errori da evitare quando si scrive un libro

Durante la scrittura di un romanzo – specialmente del primo, ma non è raro che accada anche in seguito – si attraversano molti processi produttivi, molte fasi di lavorazione, e gli errori sono più fitti delle metafore e delle figure retoriche.
Intanto, già inserire troppe metafore è, a mio parere, un errore. Ma questa sarebbe solo una caduta di stile. Invece vorrei parlare degli errori di lavorazione, tipo ‘cambiare nome ai personaggi’, ‘cambiargli i connotati’, ‘fare agire un neonato come se fosse un bambino di un anno’, e sono solo alcuni tra i primi che mi vengono in mente. Continua a leggere “Errori da evitare quando si scrive un libro”

Una storia che non vedrà la luce

Nel 2001 (duemilauno) avevo in mente ‘sta storia dove c’è una lei che sta in un appartamento, succedono delle cose e, ve la faccio breve, viene trovata morta e già anche un po’ fredda. Mentre scrivevo successe un casino che ora non vi sto a raccontare ma che, se sfogliate il blog, scoprirete da soli.
Quindi smetto di scrivere questo ipotetico romanzo e, dopo pochi mesi, mi dedico alla scrittura di Orfana di mia figlia. Passano gli anni, scrivo parecchie cose, tra cui un romanzo mio La centesima finestra e un romanzo a quattro mani L’ultimo giro di valzer. Negli anni – e già ne sono passati diciassette – ogni tanto (spesso) ripenso a quella storia. I file ora hanno la data di aprile 2009 – una delle prime volte in cui ho rimesso mano alla faccenda e ho dato l’impostazione che ha ora – e stanno sempre nella cartella ‘romanzo marianna’ creata all’inizio. Continua a leggere “Una storia che non vedrà la luce”

La mia ‘guida’ per i dialoghi

     

Pagine del libro Il sorcio, di Georges Simenon, ed. Adelphi – traduzione di Simona Mambrini

 

I dialoghi sono un punto molto importante nella scrittura. Come si scrivono, con che parole, con quale stile? Abbiamo già letto centinaia di articoli e qualcosa crediamo di avere capito.
Quello che mi preme è (anche) la corretta punteggiatura. Siamo tutti d’accordo che non esista un’unica “corretta” punteggiatura perché, come sappiamo, ogni editore ha un suo modo di formattare i dialoghi. Continua a leggere “La mia ‘guida’ per i dialoghi”

Che cosa scrivere quando non hai idee

C’è chi dice che gli accade spesso di mettersi davanti allo schermo e non sapere cosa scrivere. Tanto che dalle ricerche su google vedo che le persone che arrivano su questo blog, sono alla cerca di “storie da scrivere”.
Dimenticando che non basta avere una storia, bisogna anche saperla raccontare. Una storia ha bisogno di una solida struttura, di una voce narrante ben ferma, di uno stile maturo e, se si potesse, pure originale. Inoltre serve una conoscenza approfondita dei vari meccanismi di narrazione, delle tecniche con cui miscelare i tempi della storia, tra flashback e flashforwardanalessi e prolessi per chi parla come mangia, infatti sembrano due verdure al vapore -, figure che servono a sviluppare un buon intreccio nel racconto. Continua a leggere “Che cosa scrivere quando non hai idee”

Come realizzare il cartaceo del vostro ebook – due

Quindi, come ho scritto nel primo post, abbiamo fatto tutto e ci siamo messi in attesa.
La mail con l’indicazione degli errori fatti non tarderà ad arrivare: di questo potete stare certi. E infatti, a noi è arrivata dopo due giorni.

Avevo sbagliato a indicare il formato (voi non potete sbagliare perché vi ho già indicato cosa mettere: A5)

  • La copertina aveva le scritte (o ‘elementi’, così hanno scritto) troppo vicino al margine
  • Il pdf presentava errori nell’indice

 

Poche cose eh? In pratica non c’era niente che andasse. Continua a leggere “Come realizzare il cartaceo del vostro ebook – due”

Come realizzare il cartaceo del vostro ebook

Siamo nell’epoca del digitale e ormai molti leggono ebook, tanto che c’è chi dice “Non compro più il cartaceo, solo digitale”.

Ma, al contrario, c’è chi afferma:”Per me solo la carta.”

Quindi, con l’occasione dell’uscita del romanzo a quattro mani L’ultimo giro di valzer (ve ne ho parlato, vero? altrimenti trovate qui tutti i riferimenti), abbiamo pensato, Freccero e io, di pubblicare anche il cartaceo. Continua a leggere “Come realizzare il cartaceo del vostro ebook”

“Argomenti su cui scrivere un libro 2016”

Dog holding newspaper, close-up

L’interesse per la scrittura – o meglio, su cosa scrivere un libro ‘vendibile’ – non sta scemando. I fiori sono petalosi ma lo scrittore del futuro si interroga sempre su cosa sia giusto scrivere e mette pure la data affinché non si incappi in un’idea che andava bene nel 2015: lo scrittore del futuro vuole essere certo di essere attuale, di colpire là dove la società duole. Continua a leggere ““Argomenti su cui scrivere un libro 2016””

Come indicare il silenzio nei dialoghi

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Someone To Watch Over Me – Jack Vettriano

Ecco: questa pare una bella domanda*: Come si scrive il silenzio? E siccome un racconto scritto, è erede delle storie narrate a voce che si portavano in giro nel medioevo, “come si scrive il silenzio” è un ossimoro potente.
Tra l’altro il silenzio è componente fondamentale del lavoro di chi scrive – non a caso lo trovate nel titolo di questo blog – ed è a noi (a me di certo) molto caro. Continua a leggere “Come indicare il silenzio nei dialoghi”

L’ispirazione frequenta i bar

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Nei mesi scorsi, complice un’estate che spingeva alla fuga e alla ricerca di un rifugio dal temporale improvviso ma non imprevisto, ho trascorso parecchie ore seduta al tavolino del bar della spiaggia. Prendevo il tablet e mi dedicavo a qualche lettura o a un gioco (lo so, questo rovina un po’ la mia allure di persona seria, ma il gioco è un’ottima fonte di relax e anche di conoscenze). Dopo pochi secondi avevo un bambino dietro le spalle che osservava ogni mio movimento. Un adulto passava e buttava un occhio, ripassava con un bicchiere in mano e chiedeva: “È un mini? Io ho quello grande.” Continua a leggere “L’ispirazione frequenta i bar”

“Scrivere in prima persona incipit”

incipit1-e1388575213431Se settembre rappresenta per alcuni di noi il simbolo dell’inizio dell’anno ‘vero’, l’incipit, che è l’inizio del romanzo, è una delle parti più importanti, e quindi fa bene il nostro lettore a preoccuparsene.
Ma chi ha digitato la frase non cercava solo notizie sull’incipit, bensì sull’incipit scritto in prima persona. Ho già scritto una volta che la prima persona nella narrazione è coinvolgente per il lettore; chi legge è già portato a identificare l’autore del testo con il personaggio del romanzo e, se la narrazione avviene in prima persona (Uscii da quella casa pronta a non farvi più ritorno. Trascinai la valigia come fosse piena delle parole che Sandro mi aveva urlato. Il portiere mi fissò e lasciò che il “Buonasera signorina” si sciogliesse in gola.), allora il lettore ha la conferma che attendeva e si dispone a leggere fino in fondo ciò che “abbiamo vissuto”. Continua a leggere ““Scrivere in prima persona incipit””