Quando il sistema ti [com]prende

Ieri, con un post quasi banale sulle letture, ho almanaccato un po’ tra me e me, così da darmi ragione anche in caso di errori.
Pensavo ad autori come De Giovanni, nominato appunto ieri – ma anche altri: si inizia con una casa editrice piccola o media come Fandango, si vende in quantità, ci si fa un nome e le grandi CE ti notano.
Da Fandango a Einaudi, a lasciare un lavoro sicuro in banca, sono solo due passi.
Ma cosa succede dopo? Continua a leggere “Quando il sistema ti [com]prende”

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Salone del libro a Torino: importante per gli addetti

Devo dire una cosa impopolare: il Salone del libro a Torino per me conta poco.
E penso che non abbia tanta importanza se non per gli addetti del settore, cioè gli editori, chi lavora con loro e scrittori che abbiano in programma presentazioni di libri.
Io ci andai quando dovevo parlare con un editore per il mio libro Orfana di mia figlia (e per portare a casa il catalogo con il mio nome, che conservo tuttora: eh be’) e un anno – tempo prima – in cui abbiamo presentato un libro di racconti scritti da noi blogger spinderiani.
E un altro anno ancora, in cui incontrai qualche amico. Continua a leggere “Salone del libro a Torino: importante per gli addetti”

Scrittori emergenti

Sono iscritta, non a mia insaputa ma non di mia volontà, a un gruppo facebook ‘scrittori e scrittrici emergenti’. Non ho tolto l’iscrizione perché non mi dà fastidio: non lo vedo quasi mai. Due giorni fa, però, mi è comparso un post nella home:

Aiuto, ho scritto un libro, ho inviato il manoscritto ad almeno 20 CE no EAP, alcune hanno già proposto il contratto, altre non hanno ancora risposto, mentre la maggior parte hanno detto che non posdono pubblicarlo a causa dei refusi e cose non chiare, attualmente é in revisione da un mio amico che sta correggendo qualche cosa che mi é sfuggita rileggendolo, errori di battitura o qualcosa a livello di grammatica, ma oltre a quello proprio non so che fare, le mie tasche non permettono di ingaggiare un editor, avete consigli oppure qualcuno disposto ad aiutarmi, magari inserisco nel libro che ha collaborato. Non so.

Continua a leggere “Scrittori emergenti”

Il self ci salverà?

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Ogni tanto bisogna parlare chiaro e dire le cose senza reticenze.
Oggi è ‘uscito’ il nuovo ebook di Marco Freccero, dal titolo bomba: Cardiologia, un titolo secco e preciso come la penna che “celebra le erbacce” (e cioè il nostro autore di cui sopra).
Allora, del primo ebook Non hai mai capito niente, già vi parlai e so che molti tra coloro che ci leggono, hanno letto i racconti della prima raccolta.
La scrittura di Freccero mostra le cose come stanno e ci aiuta ad aprire gli occhi, a capirci qualcosa. Continua a leggere “Il self ci salverà?”

Autopubblicazione e/o Casa editrice?

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Ieri ho partecipato a una discussione su twitter (nell’immagine uno screenshot dei tweet). L’argomento, promosso da Narcissus (che da ieri si chiama StreetLib.com) era quello che leggete nel titolo di questo post: autopubblicazione e/o casa editrice?
La discussione è stata interessante e come sapete l’argomento mi è molto caro. Il self-publishing è ormai una parte importante della nostra scrittura. Qualche anno fa, se non si arrivava a un editore, si teneva il benedetto manoscritto dentro quel famoso cassetto – che poi è il disco fisso del computer o, per chi è prudente, anche un disco esterno con copie di backup -, per tutta la vita.
Ora, sappiamo tutti che il mondo va avanti anche senza i nostri testi, però a noi piace farci leggere e quelle storie chiuse a chiave ci fanno pena.
Ed ecco l’autopubblicazione.
Devo dire, però, che la discussione ha sorvolato su alcuni aspetti della faccenda e la domanda formulata in questo modo, prospetta che noi si abbia LA SCELTA libera e incondizionata tra pubblicare con un editore che ci piaccia o autopubblicarci.
Ebbene, non è così. Continua a leggere “Autopubblicazione e/o Casa editrice?”

Il self-publishing ucciderà l’editoria

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Fermi! Vi ho visti saltare sulla sedia. So cosa state pensando: “Ma cosa dice questa? L’editoria non teme dei tizi qualunque che credono di sapere scrivere e si devono pubblicare da soli perché nessuno li vuole”.
Ma allora siete malati pure voi di snobismo intellettuale, allora ditelo che non sapete vedere oltre.
Il self-publishing non è la vanity press, una pratica dalla quale molti rifuggono anche se qualcuno ancora non ha capito la differenza tra le due.
L’autopubblicazione è un modo immediato di togliersi dai piedi quel testo che hai corretto duecento volte e che vuoi condividere con gli altri. È un modo che l’autore sceglie per rendere disponibile il suo scritto e vedere che reazioni suscita. È la scelta consapevole di mettersi in gioco impegnando tutte le proprie risorse e diventando – come pare di moda dire, l’ha scritto perfino Giulio Mozzi, anche se ora non trovo più il post – “editore di se stesso” : vi ricordo che per arrivare all’autopubblicazione bisogna dedicarsi alla revisione, all’editing, all’impaginazione, alla creazione dell’ebook, passando per tutte le scelte editoriali, quali la piattaforma da usare, gli store in cui vendere l’oggetto del commercio, la creazione della copertina (o la scelta della persona di fiducia che la creerà), la scrittura della sinossi e della scheda libro, o quarta di copertina. Infine, last but not least, decidere il prezzo di vendita.
Ma, e qui viene la nota dolente per tutti, non solo per l’editoria. Continua a leggere “Il self-publishing ucciderà l’editoria”

Morena Fanti intervista Morena Fanti

Per un’intervista sulla scrittura, per conoscere bene un autore, quale interlocutore migliore di uno che conosce tutto ciò che hai scritto e che ti legge da sempre?
E chi è questo assiduo lettore che ha letto tutti tuoi testi?
Nel mio caso, nessuno meglio di me saprà rispondere alle mie domande e nessuno meglio di me saprà formulare domande che io vorrei mi rivolgessero.
Perciò iniziamo subito:

No. È un libro di racconti inventati, frutto della mia fantasia e dell’osservazione del mondo. Continua a leggere “Morena Fanti intervista Morena Fanti”

Una mia intervista su ScrivendoVolo

È uscita ieri, sul sito di ScrivendoVolo, un’intervista alla sottoscritta curata da Alessandra Flamini.
Nell’articolo rispondo ad alcune domande sulla scrittura, la lettura e l’editoria (tipo opinionista in tv, che parla di tutto ma non sa nulla).
L’intervista è di qualche mese fa. Ricordo che in quel periodo avevo pensato di farmi un’autointervista. A volte mi chiedo delle cose e mi piacerebbe rispondermi Continua a leggere “Una mia intervista su ScrivendoVolo”

Con che criterio scelgono?

Scelta

Questa è una domanda che volteggia spesso nella nostra testa.
Spediamo un testo agli editori, lo buttiamo nel vuoto perché di lui non si saprà più niente (a me è successo così con l’unico testo che ho spedito: mai saputo nulla da nessuno) e restiamo qui come degli stoccaf(e)issi ad aspettare il Grande Rifiuto.
A volte qualcuno riceve un rifiuto scritto – King ad esempio – e scopre cose sulla sua scrittura che lo spingono a migliorarsi. Continua a leggere “Con che criterio scelgono?”

Il contratto di edizione

Questo è un argomento di cui si parla poco. Forse perché si pensa sia un argomento indiscutibile: si legge e si firma.
L’esordiente spesso pensa di non avere potere contrattuale e pensa che il contratto di edizione sia un documento impossibile da modificare.
Non è così.

Quando un editore propone la pubblicazione del nostro libro, manda una bozza di contratto che di solito è standard. Sta poi all’autore dire se qualcosa non è di suo gusto e proporre modifiche.
Ma quasi nessuno lo fa perché si pensa che sia così e basta.
Io lo feci 😉 Continua a leggere “Il contratto di edizione”

Sono un[a] self-publisher

Questa frase fra poco sarà inflazionata. Il self-publishing sta aprendo porte che fino a poco fa erano nascoste nella polvere burocratica dell’editoria.
Sarà un male, dicono molti.
È un bene, dicono altri.
Di certo, è qualcosa che non passerà e passa inosservato.
Sarà il fenomeno di questi mesi, se è vero, e lo è, che anche Mondadori sta per lanciare la sua piattaforma.

Cosa deve fare un autore per autopubblicarsi?
Prima di tutto deve sapere che ogni tipo di lavoro, sporco o pulito, toccherà a lui. Continua a leggere “Sono un[a] self-publisher”

Il coraggio uno non se lo può dare

Se non ce l’ha, uno non se lo può dare, diceva Manzoni del suo personaggio.
Chissà cosa direbbe oggi il Manzoni se ci potesse vedere; il coraggio sembra essere il grande disperso di questi anni.
Eppure serve sia per scrivere sia per compiere scelte editoriali.
Il coraggio è merce necessaria allo scrittore: per trasferire su carta le storie che sente e i personaggi che vede deve lasciare perdere le domande sugli effetti che avrà la sua scrittura.
“Cosa penserà mia zia di questa donna che sto descrivendo? Assocerà i suoi pensieri ai miei? Penserà che io non sono così retta come ha sempre creduto, che non ho saldi principi?”
Se lo scrittore si lascia fermare da questi lacci, se non osa, se non sfodera tutto quello che sente, per timore del giudizio altrui, il suo testo sarà povero, monco di un braccio e con una gamba zoppicante. Continua a leggere “Il coraggio uno non se lo può dare”

Con tutto il rispetto

La notizia di un nuovo thriller in libreria dal titolo accattivante La confessione, edito da Rizzoli. La scoperta che l’autore è tal Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, la lettura della fascetta, firmata da Mogol, sulla copertina, che recita: “Anche con la penna in mano Pupo resta geniale”.
Lo stomaco inizia a brontolare, vero? Continua a leggere “Con tutto il rispetto”

Pubblicare? È anche questione di culo

Lo sapevo già, ma ribadirlo, leggerlo di nuovo, sentirlo raccontare, fa sempre effetto.
Pubblicare è (anche) questione di culo.
Certo, a monte serve un buon testo, curato, pulito, senza errori, con accurata scelta di parole, con uno stile fluido e originale, con una storia che sia avvincente, mai noiosa o astrusa, un linguaggio chiaro ma non sciatto, dei personaggi vivi che escano dalla pagine  e incantino il lettore, con uno svolgimento pieno di colpi di scena ma non troppi che se no sembra artificiale, qualche metafora ben azzeccata e un tema che sia forte e coraggioso, ma a valle? Continua a leggere “Pubblicare? È anche questione di culo”

Per gli editori: pensieri da una mail

Molto felice (lo lascio anche se produce cacofonia, ma scrivere ‘contenta’ non sarebbe la stessa cosa) per l’uscita del romanzo di Paolo Zardi, La felicità esiste, che ho già prenotato e non vedo l’ora di leggere, discutevo con un amico in uno scambio feroce-veloce di mail. Si parlava di editori: “e conosci questo?”, e “a questo abbiamo mai pensato?”, e “leggi qui”, “leggi là”. Poi, a ulteriore domanda:” a questo editore hai spedito il romanzone?”, quando ho dovuto rispondere per l’ennesima volta: “No, a questo non ho spedito perché vuole il cartaceo”, Continua a leggere “Per gli editori: pensieri da una mail”