Io

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Non ho mai amato scrivere.
Quando leggo quelle biografie in cui l’autore dice di se stesso: “Scrivo fin da quando ero bambino. A otto anni ho scritto i miei primi racconti e non ho mai smesso di scrivere..” mi prende un pizzico d’invidia.
A otto anni io risolvevo problemi di matematica e poi in seguito espressioni algebriche, ma scrivere non mi è mai piaciuto.
Ai compiti in classe sfornavo solo temi stiracchiati e smilzi, dove solamente una forma corretta e pochi errori mi garantivano la sufficienza, e fuori dall’obbligo scolastico non ho mai scritto nemmeno due righe di diario, cosa che sembra essere prassi comune tra le bimbe e le ragazze poi.
Poi, un giorno, ho sentito che volevo scrivere e ho iniziato a meditare sulla cosa.
Non lo sapevo, ma ero già entrata in questo ‘meccanismo’ da cui difficilmente si esce.
Dopo poco il primo racconto, e poi un sito insieme ad altri, e un primo blog, poi un secondo, collaborazioni con altri e ancora blog, ancora racconti e ancora scrittura.

21 giugno 2008

Dunque, è successo questo: all’improvviso ho sentito che volevo scrivere e che avrei scritto (questo non significa ‘pubblicare’. Molti pensano che scrivere significhi ‘pubblicare libri’ ma non è così).
Allora, ho sentito che volevo scrivere e non ho preso in mano la penna ma dei libri. Anche se ho letto molto da sempre, non vuol dire che avessi gli strumenti per scrivere e perciò li ho cercati. Ho letto libri sulla scrittura e anche su altri argomenti, e romanzi. Poi ho fatto alcuni tentativi, non di racconti completi ma di immagini e sensazioni.
Nella mia immaginazione scrivere significava ‘romanzo’. Non avevo preso in considerazione altre modalità ma mi sono dovuta arrendere subito: tutti dicevano che si deve iniziare dai racconti.
Così, nel 2001, quando Stephen King pubblicò il suo On writing (uno dei miei libri cult) e lo lessi, all’interno c’era la sfida di King per scrivere un racconto che avrebbe partecipato ad un concorso online. Questa fu la scusa per scrivere il mio primo racconto.
Il racconto non era granché ma fu la molla per spingermi a scrivere altre cose. Poi decisi di preparare un sito di scrittura e mi cercai dei compagni d’avventura.
E qui ebbi una grande sorpresa…

23 ottobre 2008

La sorpresa fu la scoperta che tutti scrivevano poesie. Poesie?… non ne avevo più lette dai tempi della scuola, e anche quando studiavo per ‘obbligo’, mica mi piacevano. Le uniche poesie che ricordo con piacere sono quelle dell’Antologia di Spoon River, ma quelle, si sa, fanno parte del bagaglio di noi ex sessantottini, la beat generation, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, i Beatles e la protesta contro la guerra in Vietnam e il resto delle cose che erano noi a quell’epoca.
Tornando alla poesia che tutti scrivevano e frequentavano, fu una grande sorpresa per me. Io collegavo la parola “scrivere” ai romanzi e (forse) ai racconti, ma le poesie, quelle non erano contemplate nel mio ideale di scrittore.
I primi contatti con altre persone che amavano la scrittura furono, quindi, in versi.
Intanto procedeva la mia idea di realizzare il sito: trovai i compagni d’avventura e, dopo aver scelto il nome (nome che ancora oggi, a distanza di anni, sento ancora come rappresentativo del mio modo di affrontare e vivere la scrittura), preparai le prime pagine e le misi in rete. Era il 28 settembre 2001. Non posso dimenticarlo perchè pochissimi giorni dopo la mia vita cambiava…
Questa è la prima homepage del sito:

12 maggio 2009

Iniziai quindi l’avventura del sito scriveregiocando All’inizio erano solo cinque o sei pagine, poi aumentarono i contributi e gli autori che mandavano i loro testi. In poco tempo le pagine diventarono tante: dedicate alla poesia, ai racconti e ad altri argomenti. Nella pagina ‘sul comodino’ ad esempio, scrivevo le mie impressioni di lettura sui libri che leggevo. Apro ora la pagina e vedo che in agosto 2001 ho letto I ragazzi del massacro di Scerbanenco, libro che  ho preso (di nuovo) stamani in biblioteca. Alquanto sorprendente, no?
Sono quelli che chiamiamo ‘ i casi della vita’ e che casi non sono.
Comunque.
Torniamo a ciò di cui stavamo parlando.
In quei mesi, da ottobre in poi, non scrissi nessun racconto. Non riuscivo, avevo la mente azzerata da ciò che stavo vivendo.
Scrissi, però, quello che è il mio primo libro e cioè Orfana di mia figlia. Lo iniziai il 5 novembre 2001 e lo terminai il 5 novembre 2002: questo per una scelta mia di raccontare il primo anno dopo la morte di mia figlia.
In quel periodo mi occupai solo del sito, inserendo i testi che mi mandavano gli altri. Fu solo in aprile 2002 che scrissi di nuovo un racconto, e lo feci al rientro da un viaggio a Roma che evidentemente mi aveva dato emozioni.

27 febbraio 2015

Da anni non aggiorno questa pagina, ma negli ultimi giorni è stata molto letta: capisco che chi arriva qui vuole sapere qualcosa di me. Ho quindi deciso di aggiungere qualcosa.
Dopo l’aprile del 2002, come ho scritto sopra, e il nuovo racconto, ho ricominciato a scrivere (le parole in grassetto sono link ai racconti di allora). Erano soprattutto racconti suscitati dai miei ‘compagni di scriveregiocando’, tipo questo Filomena Falsaperla, o da persone che mi scrivevano mail, tipo La scatola magica.

Ma, nel 2003…

continua…

31 maggio 2020
Ho tolto i link al sito Scriveregiocando (che era mio fino a due anni fa quando ho abbandonato il dominio e un burlone l’ha comprato usandolo per siti porno e vivendo di rendita sui miei link che ora portano al suo. Dovrei togliere tutti i link ma dovrei lavorare per giorni. Intanto ho visto questi e li ho tolti)

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45 pensieri su “Io

  1. scrivere scrivere
    a che serve questo sciogliere …

    inizia così un breve scritto relativo alla scrittura che,per me,è un di-a-logo,ovvero un doppio luogo e un doppio dello stesso luogo che,in fondo,è ognuno di noi.Quando poi si incontra la scrittura di un altro la cosa si moltiplica ancora di più.Nemmeno io ho scritto da sempre,letto,studiato ASCOLTATO,si moltissimo,anzi,credo che una gran parte della mia vita sia trascorsa ascoltando,tutto il fuori e poi,solo dopo molto tempo e trappole del tempo per …frenare rallentare la corsa,mettere a fuoco il già trascorso e aprire il presente,in porte continue,in punti di vista mutevoli,ecco,questo è accaduto dopo.Ho passato il primo mezzo secolo di vita e sto vivendo una parte che non durerà di certo quanto la prima,ma mi sta offrendo molto,moltissimo,relativamente allo scrivere,riesce a segnarmi con tale incisività e tale maestria che ciò che scrivo di mia mano ha preso da quei segni, vicinissimi …al tatto,una scrittura brail del corpo,come fosse uno solo con l’in-torn(i)o tutto.
    Grazie morena, ferni

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  2. Gentile signora Morena
    Il mio nome è Giancarlo Zambelli gli amici mi chiamano tutti con il diminutivo di Zambo. Abito in un paesino vicino al grande fiume Po,dove è stato girato il film di “Don Camillo”Ieri proprio il giorno di Pasqua una mia carissima amica mi ha regalato il libro “orfana di mia figlia”Non lo ancora letto, ma mi sento vicino a lei perchè anchio sono rfano di un figlio” perito a 100 metri da casa,aveva 26 anni,studiava a Bologna storia dell’arte (dams) . Da oggi incomincerò a leggere il suo libro,poi le dirò le mie impressioni. Nel frattempo la inviterei a presentare il suo libro qui nel mio paese,anche perchè chi mi ha dato l’oppurtunità di conoscere questo libro è una vostra collaboratrice
    La vita è una montagna altissima con molte salite e poche discese,per tanto bisogna tenere lo zaino pronto,e salire con fatica la montagna. Con stima Zambelli Giancarlo Boretto (R.E.)

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  3. carissima morena, chissà dove sarai…magari sei sempre lì, sotto i tuoi due alberi di collina, come me che respiro sotto l’olivastro…ti avevo detto che ti avrei cercata, sperando di non “invaderti” troppo, e lo faccio qui, mi sono ricamata un piccolo spazio proprio dove tu ti presenti.
    io amavo scrivere non certo da bimba, ma mi ha sempre affascinato leggere, eredità di una splendida donna, la mia maestra elementare, che tanto fece. scriveva racconti, una bella donna!
    poi mi son buttata dentro il mio tempo, gli anni del 77, col rischio di rimanerci stritolata. attimi lunghi di pausa, dove perdi molte cose, con dolore, ma l’humus di quegli anni ha generato altre situazioni, fino allo scrivere. piccole cose, per guarire, dopo aver tanto guardato, assorbito, sofferto. si vive e poi si scrive, credo io, e si continua a vivere scrivendo.
    ho trovato oggi il tuo commento “oh, si” al quel bellissimo, sincero autentico appello ai poeti. davvero, guardo i suoi occhi ed intuisco la semplicità che dovremmo possedere, la decrescita felice, che non riguarda solo rinunciare agli orpelli di questa società dei consumi, ma rinunciare ai ricami e contro/richiami nel dire ciò che si sente, dentro, perchè noi siamo anche il fuori….ti lascio, non voglio annoiarti, un grande abbraccio, antonia p.

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  4. cara antonia, mi fa molto piacere trovarti anche qui, proprio come fossimo insieme in un giardino che comprende i miei alberi enormi (te ne ho parlato io?) e il tuo olivastro.
    se vai sul blog ‘rete amica’ nei link qui a destra nel capitolo ‘ i miei blog’, troverai anche il mio indirizzo mail. non lo scrivo qui per lo spam.
    un abbraccio. m.

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  5. ti saluto, morena. già saprai che ho preso la decisione di non pubblicare più su vdbd, non per presunzione, ma mi sentivo troppo “invadente” per essere una semplice lettrice. non conosco i termini e le limitazioni di un blog, pertanto andavo avanti innocente…ma poi ho bisogno di fermarmi un pò. tante cose da rivedere e ostacoli quotidiani da superare. ritrovare la “sarditudine”(sic!) e un pò di me stessa.
    però non vi lascio, no! continuerò a spaziare in quel bel posto che mi ha fatto anche crescere! per ora ti abbraccio, a presto, antonia.

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  6. cara morena, se i tuoi sono appunti disordinati, i miei neuroni non son da meno! dico una cosa e non la faccio, non dico e produco, cosa poi…solo frutti di un’estate sopportata in malomodo.
    comunque, riesci sempre a coinvolgermi nelle cose, qualsiasi cosa, che tu scriva…di fatto, dopo, volo per conto mio.
    non c’è necessità di lasciare tracce del proprio passare, almeno in un blog, s’intende!
    volevo solo ribadirti la mia stima e la voglia di giocare che è anche mia, guai perderla!! un abbraccio a.

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  7. brava, non sapevo che avevi cominciato su stimolo di on writing.E’ un bel testo che mi regalò un corsista americano, Tom. Lui con altri amici si trovavano a legegre e discutere un libro insieme.
    Ti abbraccio.lino

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  8. In una giornata di sole, sono chiuso nella stanza del figlio navigando con amici che sono in Nicaragua a lavorare con un progetto del MLAL (Movimento laici America latina) Come si dice navigando navigando sono entrato nel tuo blog. Ho visto che in questi giorni sarà il tuo compleanno 21 Novembre(dico bene? Allora mi sono detto le faccio tanti auguri di una vita serena e felice.Tutto qui AUGURI Zambo

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  9. ecco, ci sono commenti che fanno piacere. altri che fanno più piacere.
    e poi ci sono questi, che fanno venire un attimo di commozione…

    grazie Giancarlo.
    il 21, sì. ma tu lo dovresti sapere anche senza entrare nel mio blog, no?

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  10. …ed il silenzio Morena?!..
    Dove è finito?
    Tutto oltre la linea di confine del tuo venti/8 settembre!?

    Alla fine celebriamo dei morti anche se allegramente sembrano ai nostri stessi occhi dei vivi…

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  11. Mi piace molto trovare per caso una persona così nella rete. Non so se ci rileggeremo, non so se ci incroceremo ancora, ma questo fugace incontro mi ha distratto, allietato e incoraggiato… dovrei fare come hai fatto tu.

    In bocca al lupo per tutto 🙂

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  12. Neanche io, come te, avevo scritto mai nulla, neanche un diario. Una vita dedicata ai numeri (insegnando Economia aziendale) poi la pensione un po’ precoce (non scrivo precocemente altrimenti King di “On writing” si ribella.
    I figli mi iscrissero ad un corso di scrittura creativa:
    “Hai sempre letto tanto, questo è il corso per te.”
    Così ho cominciato a scrivere racconti brevi e mi sono “tarata” su quella dimensione di racconto. Poi il desiderio di trasformare semplici guizzi di fantasia in cose più complete. Oggi “Scrivere un romanzo in 100 giorni” è una nuova sfida.
    Buon lavoro
    Mariella

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    1. ah, Mariella, vedo che anche tu ami King e il suo On writing. Sì, estirpiamo tutti quei denti di leone che inquinano il nostro prato!

      Bene. Mi fa piacere che anche tu sia dei nostri e che ti sia impegnata con la sfida di Radames.
      buon lavoro anche a te. m.

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  13. Cara Morena, ticonsegno il premio The Honest Scrap Award.

    (Condizioni del premio: raccontate ai vostri lettori 10 cose che si sappiano o meno di voi ma che sono vere. Indicate dieci persone che hanno diritto al premio e siate sicuri di far loro sapere che sono stati contrassegnati (un breve commento sul loro blog andrà bene). Non dimenticate di collegarvi di nuovo al blogger che vi ha premiato.)

    Ciao Arthur.

    http://ilmondodiarthur.wordpress.com/2009/08/28/the-honest-scrap-harward/

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  14. E’ proprio vero, la scirttura è come un vortice dal quale non ne puoi uscire se non per tuo volere, e il volere in questo caso è sempre quello di continuare a scrivere e scrivere, finchè la tua penna o le tue dita non si consumeranno, ed in quel caso prendi un’altra penna ed altre mani.
    Ti voglio solo augurare tanta fortuna, perchè in questo campo serve quella, la fortuna di avere un pubblico che sappia apprezzare e capire quello che vuoi trasmettere.

    Flavia.

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  15. Ciao Morena,
    sono nuovo del mondo dei blog e di quello della scrittura.
    Ti ho conosciuta sul blog di Morgan Palmas e ti ho trovata affascinante.
    Ecco perché sento la necessità di lasciare un segno del mio passaggio qui da te…

    Alessandro

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    1. Ciao Alessandro. Benvenuto qui, in queste pagine, e anche nel ‘mondo dei blog’.
      Ti ringrazio del complimento.
      Se ti interessi di scrittura, proprio ieri è iniziato il gioco ‘più incipit per tutti’. Spero che vorrai seguirci.

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      1. Ciao Morena, ho letto le ultime righe proprio questa mattina. Davvero una lettura piacevole e stimolante. Ti viene voglia di provare a scrivere qualcosa anche se non hai mai pensato di poterlo fare. Scriverò comunque un commento sul mio blog. Peccato che la copia che ho letto sia della biblioteca; ormai il libro è fuori commercio. Grazie ancora per gli spunti che sto trovando sul tuo blog. Mi potresti segnalare altri titoli che tu hai trovato utili e interessanti per la tua esperienza di scrittrice? Grazie

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  16. Ho apprezzato molto anche Il mestiere di scrivere di Carver, Consigli a un giovane scrittore di Cerami e Sola a presidiare la fortezza di Flannery O’Connor.
    Molto diverso dagli altri, ma anche lui sul comodino: Il mestiere di vivere di cesare Pavese. Anche di questo dovrei parlare.

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  17. Spesso, chi scrive ha subito un trauma, ha un dolore nascosto nel cuore, come te e me. Altre volte, più fortunate, una parte inespressa di sé vuole emergere e trova la sua strada nella creatività. Un saluto. Pina.

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  18. Approdo ora al tuo blog. Non ho ancora letto nulla, perché quello che mi piace fare quando visito un nuovo blog (nuovo per me) e andare subito a vedere chi lo scrive. Eccomi qui, quindi. La tua presentazione, diversamente da altre, mi suscita diverse riflessioni e un inevitabile confronto. Ad esempio, io sono uno di quelli che ha iniziato a scrivere abbastanza presto (avevo dieci anni) e inconsapevolmente, cioè senza sapere quello che facevo o che volevo diventare. Io sono uno di quelli che nei temi a scuola scriveva tanto e male. In ogni fase della scuola (da quella dell’obbligo in avanti) sono sempre stato additato dai professori come interessante da leggere, ma sgrammaticato fino all’inverosimile. In particolare un professore di lettere delle superiori, uno di quegli individui in possesso di tutte le caratteristiche e lo spessore per diventare un mentore, mi definì un vulcano: esuberante e caotico.
    Negli anni dell’università poi, sono incappato in una signora proprietaria di una piccola casa editrice di Torino. Mi disse che avevo talento, ma di aspettare. Aspettare d’essere maturo. Seguì il consiglio nel modo sbagliato e, spinto dall’orgoglio, smisi di scrivere per dieci anni.
    Ho ricominciato da un paio di anni, adesso ne ho 37, e per il momento ciò che faccio, cioè scrivere, mi piace.
    Scusa se ti ho rubato dello spazio, parlando di me, anziché commentando te. Eppure è questo ciò che la tua presentazione mi ha suscitato…
    Adesso vado a leggermi il resto.

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  19. Sono capitata per caso nel tuo blog e sono subito venuta a cercare chi lo scrive. Anch’io da piccola amavo la matematica e non posso dire altrettanto delle materie letterarie, nonostante mi piaceva e mi piace ancora molto leggere. Ora continuo a leggere il resto del tuo blog. Spero di non averti annoiata. Un saluto. Annalisa

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  20. Ecco anche me per caso sul tuo blog. Sei fantastica, già da questa prima pagina che ho letto. Beh è vero, questi scrittori sono proprio difficili da definire. E scrivere non significa pubblicare dei libri. Frequento un liceo ed anche io nei temi non sono brillante. Perchè i temi in classe ti (almeno la maggior parte di quelli che ho fatto io) costringono a parlare di argomenti su cui non si può scrivere “davvero”. Nel senso che non sei libero. Oggi ho avuto 7 al compito di italiano. E non ne sono soddisfatta molto.
    Scrivere è più difficile a dirsi che a farsi.

    Scusa se ti ho tediato un po’… avevo bisogno di esprimermi in questi termini. Giusto oggi.
    A proposito di poesie… sul mio blog ho aperto una pagina in cui raccolgo quelle dei miei amici blogger… saresti la benvenuta!
    Complimenti ancora per il blog… Ti aspetto! Un abbraccione!! :*

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  21. A giudicare dagli ultimi commenti, tanta gente capita qui per caso, e io non faccio eccezione.
    Sono un aspirante scrittore che ha appena autopubblicato il suo primo libro di racconti su lulu.com, con scarso successo, e al momento sono in crisi di inventiva. Quindi l’averti trovata capita, come suol dirsi, come il cacio sui maccheroni.
    Ti seguirò con molto piacere.

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