“Perché non tengo un diario personale”

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Perché non mi interessa farlo. Non trovo niente di interessante nell’atto di scrivere per me stessa: a cosa mi serve sapere come mi sono sentita in una determinata circostanza? Se mi sono sentita male non ho bisogno di dichiararlo su una pagina che leggerò solo io: mi basterà ripensare all’episodio e saprò sempre, anche tra trent’anni, cosa ho provato. Se mi sono sentita molto bene, la sensazione sarà sempre con me, se uno mi fa incazzare non lo devo scrivere sul diario e se amo una persona non devo riempire una pagina di cuoricini e iniziali.
Nei diari della gioventù scolastica mi piaceva raccogliere i disegni che mi facevano le amiche, altro non avrei saputo metterci. Non perché io non abbia pensieri che di quelli ne ho sempre avuti troppi; erano forse già abbastanza chiari e non avevo necessità di capirli meglio, penso sia questo un motivo per cui non ho mai scritto in un diario segreto, cosa che sembra interesse comune, soprattutto tra le adolescenti.
A volte trovo queste frasi (anche la frase del titolo) nelle mie statistiche:

  • “Cosa scrivete sul vostro diario”
  • “Non so come cominciare un diario segreto”

e devo dire che mi hanno incuriosito molto. Tenere un diario, soprattutto segreto, sembra un’ambizione suscitata: se fosse della persona, non avrebbe dubbi su cosa scriverci, fosse anche solo “AMO LUCA” tutto in maiuscolo con cuoricini annessi, iniziali e frecce da Cupido. Ma con simili frasi, mi viene naturale pensare che la ragazza (penso sia un’attitudine femminile il diario, se l’avesse un ragazzo sarebbe di certo uno con velleità di poeta) voglia scrivere su un diario solo perché suggestionata da qualche amica e bisognosa di riconoscersi nelle attività di gruppo, cosa alquanto necessaria nell’adolescenza. Potrebbe essere anche un compito assegnato da un insegnante desideroso di scoprire cosa alberga nelle teste degli allievi, ignaro che non lo saprà mai, soprattutto se l’obbligo alla scrittura viene ‘comandato’.
Ma un diario si può avere e scrivere a ogni età e di certo la scrittura di sé è un’ottima forma di introspezione e di conoscenza personale, a volte anche di crescita.
L’unico diario che ho scritto è stato nell’anno successivo alla morte di mia figlia, ma l’ho fatto solo con lo scopo di farlo diventare un libro. Che in quell’occasione, le parole scritte mi siano state d’aiuto è evidente (hanno agito come un’autoterapia, come le sedute dallo psicoterapeuta dove io ero la paziente e il medico), ma altre occasioni in cui scrivere di me non ne ho avute. Certo, mi potrebbe obiettare qualcuno di voi, anche ora stai compilando una specie di diario*, seppur pubblico.

E voi che fate? Avete un diario? Cosa ci scrivete?

  • blog è la contrazione di web-log, ovvero “diario in rete”

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15 pensieri su ““Perché non tengo un diario personale”

  1. Io tengo un diario personale dalla fine delle superiori, quindi sono quasi 25 anni. Ormai non so più dove mettere le tante agende, ma per il momento non penso di gettarle via, nemmeno le più vecchie. Ci sono le mie giornate al lavoro, le mie uscite, i miei amori. Una cosa molto tranquilla e dalla scrittura non troppo ricercata – non credo che diventerà un’autobiografia interessante e che qualche mio erede possa pensare di raccontare la mia vita leggendo quelle pagine – però è un momento per me alla fine della giornata.

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    1. Ah, ecco un buon motivo e una forte motivazione. Per te, forse, cara Daniela, è anche un’occasione di relax ripensare alla giornata appena finita.
      25 anni sono davvero tanti. Una miniera di emozioni da rileggere. A testimonianza di come ognuno di noi debba forgiare la propria vita su ciò che sente e crede.
      Grazie.

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  2. Niente diario per me, ci ho provato verso i quindici anni e mi sono divertita a rileggerlo anni dopo ma è comunque finito nella pattumiera. O si scrive per un pubblico o è preferibile non lasciare tracce che erano state considerate troppo intime per essere condivise. Il mio diario sono le mie letture, di cui da anni tengo nota su un quadernino, che mi aiutano a ricordare come mi sentivo e dove mi trovavo nel periodo in cui leggevo quel determinato romanzo e ancor più lo sono i miei lavori. Buona giornata!

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  3. io non ho un vero e proprio diario, perché sono maestra di incostanza.
    ho il blog e un quaderno che ho in borsa. ci scrivo quando i pensieri sembrano giocatori di rugby che si addossano l uno all altro e finisco per non capirci più nulla. scrivere aiuta a fare ordine e a dare una sorta di filo logico… che poi si possa definire interessante… boh.

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  4. Mai avuto un diario intimistico in vita mia mia ai tempi della scuola avevo i diari scolastici che si riempivano spesso di sconcezze contro prof e materie scolastiche a volte ci facevo disegni fiori volti paesaggi sconcezze pure quelli. Ciao morena

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  5. ho avuto bisogno di tenere un diario in due occasioni nella mia vita: da adolescente nel periodo in cui la mia famiglia si stava sgretolando e da adulto con tre figli piccoli e una moglie con cui si alternano momenti sereni a momenti difficili: la famiglia è talvolta è un luogo di grande stress e un diario, a volte, è un modo per sollevare il coperchio della pentola e far calare la pressione e, altre volte, un messaggio nella bottiglia nel mare del tempo (se tu dovessi mancare, i tuoi figli potranno sapere chi eri direttamente dalle tue parole, anzichè dai racconti altrui e da delle foto).

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  6. Io vorrei scrivere fare uscire fuori la mia angoscia la mia tristezza ,ma poi mi blocco per paura che possa qualcuno leggere ciò che provo dentro l’anima, e il stare male. Per questo motivo non inizio mai . Mi consigliate per favore ,datemi un consiglio di aiuto. Grazie

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    1. Cara Lucia, se hai voglia di scrivere, non devi pensare a chi leggerà. Pensa solo a ciò che provi e lasciati andare. La scrittura è terapeutica.
      Molti stanno male e magari si riconosceranno in quello che scrivi.

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